In occasione della Giornata Mondiale dell’Ipertensione che si tiene il 17 maggio, è importante ricordare quanto la gestione del consumo di sodio sia centrale nella prevenzione delle complicanze cardiovascolari e renali. L’ipertensione, che interessa fino all’85% dei pazienti con Malattia Renale Cronica (MRC) (1), è fortemente influenzata dall’apporto di sodio, che deve essere assunto in quantità limitate per evitare un peggioramento del controllo pressorio.
Sodio, ipertensione e danno renale: un circolo vizioso
Nei pazienti con MRC, l’ipertensione contribuisce alla progressione del danno renale, mentre la ridotta funzionalità renale peggiora il controllo pressorio, generando un circolo vizioso. Il sodio è un fattore chiave in questo meccanismo: un suo eccesso nella dieta ne favorisce l’accumulo nei compartimenti extracellulari, aumentando la ritenzione idrica, la pressione arteriosa e lo stato infiammatorio (1). Un altro aspetto, rilevante, è che nei pazienti con MRC il sodio può accumularsi anche in forma non osmotica, soprattutto nella cute e nei muscoli. In questo caso, non si associa a ritenzione idrica, ma può attivare cellule immunitarie locali, contribuendo all’infiammazione cronica e al peggioramento della funzione renale. (2)
Le linee guida internazionali (3) raccomandano una restrizione del sodio a meno di 2 g al giorno (circa 5 g di sale da cucina) nei pazienti con MRC e ipertensione. Nella gestione nutrizionale della MRC, la restrizione del sodio aiuta a controllare la pressione arteriosa e a ridurre l’insorgenza di complicanze cardiovascolari (4). Tuttavia, ridurre il consumo di sodio non significa soltanto limitare il sale da cucina, ma anche prestare attenzione al sodio “nascosto” in tutti i prodotti trasformati, dagli snack alle zuppe (4). Educare i pazienti alla lettura delle etichette nutrizionali è un passo fondamentale per migliorare la consapevolezza alimentare e ridurre il rischio vascolare. Inoltre, l’utilizzo di alimenti aproteici e iposodici, come i prodotti FLAVIS, specificatamente formulati per pazienti nefropatici, rappresenta un valido supporto nutrizionale: permettono di migliorare l’aderenza alle indicazioni dietetiche senza rinunciare al piacere del pasto.
Il medico di medicina generale ha un ruolo chiave nell’identificare precocemente i pazienti a rischio, promuovere interventi educativi sullo stile di vita e verificare l’aderenza al percorso nutrizionale. Una comunicazione efficace sul tema della riduzione del sodio, supportata anche dalla scelta di alimenti dedicati, può migliorare significativamente l’aderenza e gli esiti clinici dei pazienti con MRC.
Il controllo dell’apporto di sodio rappresenta un intervento semplice ma estremamente efficace nella gestione della malattia renale cronica, poiché agisce su una delle sue complicanze più comuni: l’ipertensione. Integrare nella dieta quotidiana prodotti a basso contenuto di sodio è una strategia concreta per rallentare la progressione della MRC e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Bibliografia
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