La salute dei pazienti con malattia renale cronica (MRC) è fortemente influenzata, e a volte persino compromessa, dall’accumulo eccessivo di elettroliti, che porta inevitabilmente al declino della funzione renale1.
La Terapia Dietetico Nutrizionale (TDN) in questi pazienti contribuisce ad evitare la progressione della disfunzione renale, attraverso la limitazione dell’apporto proteico, come raccomandato dalle linee guida KDOQI 2020, e di minerali come potassio, fosforo, sodio e calcio1. Nella MRC questi quattro minerali richiedono specifici consigli dietetici per evitare un apporto insufficiente o un possibile accumulo2. L’eccesso di sodio, infatti, può essere associato alla progressione della MRC e ad un aumento della mortalità e, pertanto, si raccomanda generalmente di limitare l’assunzione di sale. Bassi livelli di potassio sono associati a debolezza muscolare e ipertensione, mentre alti livelli di potassio vengono associati all’aritmia cardiaca1. Il fosforo è una tossina uremica6 e con il progredire della MRC, la capacità renale di espellere l’eccesso di questo minerale diminuisce, portando ad iperfosfatemia6. Ed ancora, un’appropriata assunzione di calcio nella dieta contribuisce a mantenere l’equilibrio del calcio nei pazienti con MRC in stadi 3-41.
Pertanto, una gestione nutrizionale efficace è imperativa in questi pazienti, coadiuvata da strategie individualizzate per garantire il miglior risultato1.
Nei pazienti con MRC, l’ipertensione è molto diffusa, e può essere è considerata una conseguenza diretta della loro sensibilità al sodio3. Infatti, gli effetti negativi del sodio sui valori pressori sono amplificati nei pazienti con MRC, a causa del sovraccarico di liquidi e della tossicità diretta sul cuore, sul sistema vascolare e sui reni3. Pertanto, una dieta a basso contenuto di sale è ampiamente considerata una pietra miliare nel trattamento dell’ipertensione in questi pazienti3.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la restrizione dell’assunzione di sodio a < 2,3 g al giorno di sodio, corrispondenti a 5,8 g di sale, è una delle misure da adottare per il miglioramento della salute nella popolazione generale3. Le linee guida KDIGO e KDOQI consigliano di adottare lo stesso approccio per i pazienti con MRC1,4,5. Bisogna però tenere conto che l’implementazione di una dieta povera di sodio dovrebbe essere personalizzata, analogamente al trattamento diuretico, tenendo conto dello stato del volume e del carico di ipertensione valutati dal monitoraggio della pressione arteriosa3. I pazienti con MRC dovrebbero essere incoraggiati ad evitare cibi trasformati e a preparare i propri pasti senza condimenti salati1. Nei pazienti con MRC, infatti, la restrizione dietetica di sodio è fortemente raccomandata per controllare la ritenzione idrica, abbassare la pressione sanguigna e ridurre il rischio cardiovascolare1. Tuttavia, dato il rischio di iponatriemia e di esiti avversi, l’assunzione di sodio nella dieta < 1,5 g/die non è raccomandata per i pazienti con MRC in stadi avanzati e per i pazienti in dialisi1.
Il calcio è un elettrolita essenziale per molte funzioni corporee, strettamente regolato dal suo assorbimento nell’intestino, dal riassorbimento nel rene e dallo scambio che avviene a livello osseo1.Il livello sierico di calcio diminuisce con il progredire della MRC1 poiché diminuisce la funzionalità renale. Per mantenere livelli di calcio adeguati nei pazienti con MRC, l’assunzione giornaliera raccomandata di calcio nella dieta è compresa tra 800 e 1.000 mg al giorno1.
Le fonti alimentari di calcio sono rappresentate principalmente dai latticini, seguiti da verdure, legumi, noci, prodotti a base di cereali e alimenti fortificati, con un contributo variabile da acque di rubinetto o minerali2.
Risulta dunque fondamentale che dietista e nefrologo aiutino il paziente con MRC nel seguire il più idoneo approccio nutrizionale.
Il fosforo è una tossina uremica6. Con il progredire della MRC, la capacità renale di espellere l’eccesso di fosforo derivato dagli alimenti diminuisce, portando ad iperfosfatemia6. Per questo motivo viene prescritta una dieta a basso contenuto di fosforo, coadiuvata, se necessario, da una terapia farmacologica a base di chelanti del fosfato6.
Il fosforo è in gran parte derivato da alimenti ad alto contenuto proteico o additivi alimentari6 dai quali viene assorbito più facilmente (circa il 100%), poiché è in forma inorganica6. Al contrario, solo il 50% del fosforo organico contenuto nelle verdure e nei legumi e circa il 70-80% del fosforo organico nei prodotti ricchi di proteine animali viene assorbito6 2. Pertanto, ai pazienti con MRC, è consigliato di evitare l’eccesso di proteine e alimenti trasformati ricchi di additivi contenenti fosforo, preferendo una dieta varia con proteine animali e vegetali6. Gli alimenti naturalmente ricchi di fosforo sono latticini, carne, uova, pesce e cereali2.
Le linee guida suggeriscono di mantenere un apporto di fosforo compreso tra 800 e 1.000 mg/die nei pazienti con MRC1,4,5. La scelta della qualità del cibo e il carico dietetico di fosforo valutato con la raccolta delle urine rappresentano strumenti utili per rilevare ed evitare eccessi altrimenti impercettibili e indesiderati con potenziale effetto dannoso sulla progressione della malattia2.
Il rene è il principale organo responsabile della regolazione dell’assorbimento e dell’escrezione del potassio7. Nei pazienti con MRC il progressivo declino della funzionalità renale contribuisce allo sviluppo di iperkaliemia, con una prevalenza riportata fino al 10% nei pazienti con MRC senza terapia sostitutiva renale, 16% nei pazienti con MRC sottoposti a emodialisi e 11% in quelli sottoposti a dialisi peritoneale7. Le linee guida KDOQI raccomandano un apporto di potassio da 2 a 4 g/die (da 51 a 102 mmol/die) per i pazienti con MRC1,5.
Il contenuto di potassio varia ampiamente tra i diversi alimenti e dipende dal contenuto di carboidrati, dalla combinazione con altri alimenti che influenzano l’omeostasi del potassio e dal metodo di preparazione del cibo7. Ad esempio, il contenuto di potassio delle verdure si riduce del 15% con l’ammollo, del 33% con la cottura e del 46% con ammollo e cottura7.
L’iperkaliemia è una condizione frequente (48.4%) nei pazienti con MRC e scompenso cardiaco (SC), che assumono farmaci che riducono l’eliminazione renale di potassio, portando ad iperkaliemia8. Tra questi farmaci ci sono gli inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAASi), che comprendono gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (ARB)8. Per questo motivo è importante monitorare i livelli sierici di potassio e valutare l’introduzione in terapia dei chelanti del potassio in presenza di iperkaliemia, al fine di evitare la sospensione o la riduzione del dosaggio degli RAASi8.
La disponibilità di nuovi farmaci chelanti del potassio, patiromer e ciclosilicato di sodio e zirconio (SZC), permette di ridurre i livelli sierici di potassio senza sospendere la terapia con RAASi, offrendo una nuova possibilità terapeutica per affrontare un problema complesso e migliorare la prognosi dei pazienti con iperkaliemia e scompenso cardiaco8.
Patiromer ha elevata capacità di legare il potassio ed è caratterizzato da un basso assorbimento d’acqua. Inoltre, non viene assorbito a livello sistemico e riduce i livelli sierici di potassio mediante un aumento dell’escrezione fecale9.
Il ciclosilicato di sodio e zirconio (SZC) è approvato ed è indicato per il trattamento dell’iperkaliemia nei pazienti adulti9. Si tratta di una polvere inodore e insapore per sospensione orale da sciogliere in acqua9. Agisce sull’intero tratto gastrointestinale dove si lega al potassio favorendone l’escrezione mediante lo scambio con cationi idrogeno e sodio e presenta un elevato profilo di sicurezza9. Inoltre, agisce entro un’ora dalla sua somministrazione rimuovendo in maniera permanente il potassio in eccesso nel tratto gastrointestinale, non viene assorbito a livello sistemico e viene eliminato dall’organismo tramite le feci, consentendo quindi di portare rapidamente il paziente in sicurezza9.
È sempre opportuno ricordare che ci sono diversi metodi che consentono di assumere un buon quantitativo di fibre limitando l’introito di potassio:
La terapia nutrizionale medica è indispensabile per i pazienti con MRC perché è in grado di rallentare la progressione della malattia attraverso un attento monitoraggio di proteine, calcio, fosforo, potassio e sodio, alleviando i sintomi sperimentati nei pazienti con MRC 10.
L’educazione alimentare e la consulenza al paziente fornita da dietisti e nefrologi è essenziale10. Una pianificazione dietetica attenta e dettagliata, una valutazione frequente dello stato nutrizionale e il rispetto del monitoraggio dietetico sono fondamentali per una gestione dietetica di successo10.
La consulenza viene individualizzata e adattata alla salute generale del paziente, alle condizioni preesistenti e alle preferenze personali. Il compito del professionista è riuscire a motivare i pazienti ad effettuare cambiamenti che miglioreranno la loro salute10, sostituendo gli alimenti in maniera adeguata senza focalizzarsi sulle restrizioni10.
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