Lo studio retrospettivo monocentrico, condotto da Cacciapuoti, N., Lonardo, M. S., Di Lauro, M., Di Lorenzo, M., Aurino, L., Pacella, D. & Guida, B. e pubblicato su Nutrients nel febbraio 2024, ha valutato l’effetto di una dieta a basso contenuto proteico e apporto energetico adeguato sul rischio e sullo stato nutrizionale di pazienti anziani con MRC (stadio 3-5) analizzandone, in seconda battuta, l’impatto sulle anomalie metaboliche dell’insufficienza renale cronica.
Nell’ambito dello studio di cui sopra, sono stati reclutati 42 pazienti con MRC (stadio 3-5) in terapia conservativa, età ≥ 65 anni e indice di rischio nutrizionale geriatrico (GNRI) ≥ 98.
A tale campione è stata consigliata una dieta a basso contenuto di proteine e adeguato apporto calorico come da linee guida KDIGO:
Raccolta dati
Sono state estratte dal database, al basale e dopo 6 mesi di dieta, variabili quali età, sesso, parametri biochimici, misurazioni antropometriche, composizione corporea, indice di rischio nutrizionale geriatrico e trattamenti farmacologici.
La compliance dietetica, in termini d’apporto energetico e proteico, è stata stimata dopo 6 mesi di dieta.
Dopo 6 mesi dal basale, i 42 partecipanti allo studio (83% uomini, età media di 71,5, indice di massa corporea medio di 27,3 Kg/m2) sono stati classificati, in relazione all’assunzione di proteine e calorie, come conformi o non conformi.
Risultano conformi e aderenti alla dieta prescritta, in termini d’apporto proteico ed energetico, 19 partecipanti (45,2%). Nel gruppo dei non conformi, formato da 23 uomini (54,8%), si osserva invece, rispetto a quanto prescritto, un aumento del consumo di proteine e un apporto energetico significativamente ridotto.
In Tabella 1, sono riportati i parametri antropometrici, il rischio malnutrizione e le principali caratteristiche di composizione corporea, relativi ai pazienti conformi e non conformi, al basale e dopo 6 mesi di dieta.
Osservando i dati, emerge che, all’inizio dello studio, i due gruppi non differiscono per caratteristiche antropometriche, cliniche o demografiche. Dopo 6 mesi dal basale, il GNRI risulta ≥ 98 in tutti i pazienti conformi, mentre due individui, appartenenti al gruppo dei non conformi e con uno stato di non rischio nutrizionale al basale, sono peggiorati verso il rischio di malnutrizione.
Nel gruppo dei pazienti conformi, si evidenzia inoltre un significativo miglioramento dei valori di massa magra, massa muscolare scheletrica e indice di massa muscolare scheletrica. Nello stesso gruppo, si osserva infine un’importante diminuzione della massa grassa e della circonferenza alla vita. E ancora, nel gruppo dei pazienti non conformi si rileva un aumento significativo della pressione arteriosa sistolica.
Dall’osservazione dei dati riportati in Tabella 1 e Tabella 2, si evince inoltre che non vi è, in nessuno dei due gruppi, alcun cambiamento significativo nei valori di indice di massa corporea, albumina ed emoglobina.
Nel gruppo dei pazienti conformi, dopo 6 mesi dal basale, si osserva poi un miglioramento significativo in termini di glucosio plasmatico, livelli sierici di urea, HDL-C, trigliceridi, fosfato sierico, livelli di PTH, livelli sierici di acido urico e rapporto TG/HDL (Tabella 2). Nei pazienti non conformi, al contrario, si rileva un aumento significativo dei livelli sierici di fosfato e PTH.
Inoltre, in entrambi i gruppi, non si osserva alcuna differenza significativa per quanto riguarda l’eGFR dopo 6 mesi rispetto al basale.
Da figura 1, si desume una diminuzione percentuale dell’acido urico, del fosforo, del PTH e dell’indice del rapporto TG/HDL nel gruppo dei pazienti conformi e un aumento percentuale nel gruppo dei non conformi, dal basale a 6 mesi, con differenze significative tra i due gruppi.
Durante il periodo di osservazione, non è infine stata apportata alcuna modifica alla terapia farmacologica dei pazienti.
La letteratura fornisce opinioni contrastanti sulla necessità di predisporre cure nutrizionali, con particolare riguardo all’assunzione di proteine, nei pazienti anziani con MRC. I benefici di una dieta a basso apporto proteico nel ridurre l’iperfiltrazione e rallentare la progressione della malattia renale cronica sono ampiamente noti. Tuttavia, quest’intervento nutrizionale deve essere associato a un adeguato apporto energetico volto a ottenere un corretto bilancio azotato e l’utilizzo ottimale delle proteine in modo tale da evitare la perdita di massa muscolare e ridurre il rischio di malnutrizione.
Alla luce di quanto sopra, il follow-up dei pazienti e la loro compliance al trattamento nutrizionale prescritto sono fondamentali.
I dati, rilevati nel corso dello studio condotto da Caccipuoti N. et al., mostrano un tasso di compliance soddisfacente (45,2%), dato da ritenersi incoraggiante perché l’aderenza alla terapia dietetico nutrizionale costituisce una sfida importante per il paziente affetto da MRC, ma anche per l’equipe medica che lo prende in carico.
Il risultato principale dello studio di cui sopra è, però, dato dal fatto che una dieta a basso apporto proteico e adeguato apporto calorico non conduce a un aumento del rischio di malnutrizione e, nello stesso tempo, migliora la composizione corporea e i parametri metabolici nei pazienti anziani con MRC.
Dallo studio condotto da Cacciapuoti N. et al., emerge infatti che una dieta, a basso tenore proteico e adeguato introito calorico, aiuta a migliorare, dopo 6 mesi, i valori di massa magra e massa muscolare scheletrica e ridurre massa grassa e circonferenza alla vita.
Pertanto, si dimostra che un’appropriata dieta a basso contenuto proteico con un adeguato apporto energetico è nutrizionalmente sicura per migliorare la composizione corporea senza aumentare il rischio di malnutrizione, conciliando così un basso apporto proteico con un buon stato nutrizionale nei pazienti anziani con MRC.
Cacciapuoti et al. hanno poi valutato se una dieta a basso tenore proteico e adeguato introito calorico potesse avere un’indicazione specifica nelle complicanze metaboliche della malattia renale cronica.
In tale contesto, emergono cambiamenti opposti e significativi nei parametri metabolici di urea, fosforo, acido urico, livelli di PTH e rapporto TG/HDL, elementi da considerarsi obiettivi chiave nella gestione conservativa della malattia renale cronica nei pazienti conformi e non conformi.
Nel gruppo dei pazienti conformi, la dieta ha abbassato, in modo particolare, i livelli di acido urico e urea migliorando probabilmente la resistenza all’insulina (IR) e, infine, si evidenzia un beneficio significativamente maggiore in termini di riduzione dell’acido urico e del rapporto TG/HDL-C, rispetto ai pazienti non conformi, suggerendo la natura strategica della dieta proposta per un controllo metabolico più efficace dei pazienti con MRC.
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