La Malattia Renale Cronica (MRC) coinvolge circa il 10% della popolazione e rappresenta una delle principali sfide per la nefrologia moderna. Accanto ai progressi farmacologici degli ultimi anni, la terapia dietetico-nutrizionale rimane una componente fondamentale della gestione conservativa, con un impatto documentato sul rallentamento della progressione verso la dialisi e sul miglioramento della qualità di vita.
Un recente studio condotto in Lombardia dall’Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto (ANED), in collaborazione con vari centri nefrologici, ha indagato il ruolo percepito della terapia nutrizionale da parte dei pazienti con MRC1. L’indagine è stata anche l’occasione per ascoltare la prospettiva del dott. Giuseppe Vanacore, Presidente ANED, sull’importanza di questa survey, gli aspetti chiave e le criticità ancora presenti.
Cosa dice lo studio?
La survey ha coinvolto 180 pazienti seguiti in quattro centri nefrologici lombardi1. Alcuni dati emergono con particolare chiarezza:
Nel complesso, i centri mostrano attenzione crescente al ruolo della nutrizione, ma persistono ampi margini di miglioramento nell’organizzazione dei percorsi, nella presa in carico e nella comunicazione corretta delle indicazioni nutrizionali, tutti aspetti che possono avere un forte impatto sulla motivazione e sull’aderenza del paziente alla terapia.
Tre messaggi chiave dal dott. Giuseppe Vanacore
Per approfondire le implicazioni cliniche e organizzative emerse dalla survey, abbiamo intervistato il dott. Giuseppe Vanacore, Presidente dell’Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto (ANED).
Con lui abbiamo analizzato il valore della terapia nutrizionale nella fase conservativa della MRC, le criticità portate alla luce dallo studio e le prospettive per una gestione più omogenea e realmente personalizzata dei pazienti.
“Ci siamo resi conto, negli ultimi anni, di quanto sia importante la prevenzione primaria, ma anche negli altri stadi della malattia, dando sempre più importanza alla medicina conservativa per tenere lontana la prospettiva della dialisi.”
Il dott. Vanacore sottolinea come la cultura della gestione conservativa stia crescendo, ma debba trasformarsi in un pilastro strutturale del percorso di cura.
“C’è un campo vasto da coltivare e da arare. Serve un’alleanza tra tutti gli attori per arrivare a risultati più omogenei.”
La collaborazione tra nefrologi, dietisti, istituzioni e associazioni pazienti diventa essenziale per superare le differenze territoriali e costruire percorsi nutrizionali efficaci e accessibili.
“Parlare di dieta aproteica può voler dire tanto o poco. Quello che vorremmo realizzare è il principio della libertà di scelta dei prodotti più adatti, definendo una dieta davvero personalizzata.”
Il Presidente ANED richiama infine l’importanza di offrire ai pazienti strumenti nutrizionali realmente su misura, affinché la terapia sia sostenibile, comprensibile e seguita nel tempo.
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